Deducibilità dei buoni pasto: tutto ciò che c’è da sapere
21/12/2021
Il buono pasto è tra i benefit aziendali più diffusi e apprezzati in Italia, sia dalle imprese che dai loro dipendenti. In particolare, la versione elettronica di questo strumento rappresenta una soluzione efficace e in linea con le abitudini create dalla digitalizzazione nella nuova normalità. Ma alle aziende conviene davvero offrire questo benefit ai propri dipendenti? Dal momento che i buoni pasto sono deducibili e detraibili, i vantaggi per impresa e dipendenti sono concreti e tangibili.
Continua a leggere l’articolo per scoprire i numerosi vantaggi a disposizione di chi sceglie di mettere a disposizione dei collaboratori i buoni pasto!
Deducibilità buoni pasto cosa dice la normativa in merito?
La soluzione dei buoni pasto è una delle più vantaggiose per i datori di lavoro sia che questi siano società o liberi professionisti. Infatti, i costi sostenuti per offrire ai propri collaboratori questo benefit sono deducibili ai fini delle imposte dirette e l’IVA è interamente detraibile.
Ma cosa comportano deducibilità e detraibilità? Facciamo chiarezza.
I concetti di detraibilità e deducibilità sono di grande interesse in ambito fiscale. Per comprendere appieno quali sono i reali vantaggi dei buoni pasto per le imprese che decidono di erogarli ai propri dipendenti, è bene comprendere la differenza tra questi due concetti e capire in cosa consistono.
Deducibilità dei buoni pasto
Il termine “deducibilità” in relazione al buono pasto si riferisce a un onere sottratto dal reddito complessivo, determinando, così, la riduzione della base imponibile. Il costo sostenuto dalle imprese per l’acquisto dei buoni pasto da mettere a disposizione dei collaboratori, quindi, è deducibile per competenza ai fini delle imposte dirette (IRPEF, IRES e IRAP).
C’è una sola specifica che riguarda la deducibilità dei buoni pasto ed è quella che il costo relativo all’acquisto debba essere dedotto in riferimento al periodo d’imposta in cui il collaboratore ha usufruito di tale servizio.
Detraibilità dei buoni pasto
Per quanto riguarda la detraibilità di questo benefit, è bene specificare che l’IVA relativa alle spese sostenute per i buoni pasto è interamente detraibile con aliquota del 4% per le aziende.
Il riferimento normativo è la modifica a opera dell’Articolo 83, Comma 28 Bis del Decreto Legge 112/08, secondo cui: “Le imprese hanno facoltà di detrarre interamente l’IVA relativa alle spese sostenute in relazione ai servizi alberghieri e di ristorazione (nel rispetto del principio di inerenza), ivi comprendendo anche i costi per l’acquisto di buoni pasto.”
H3: Trattamento fiscale de buoni pasto: come funziona?
In questo caso è l’Articolo 51, Comma 2 Lettera C del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, aggiornato dalla Legge di Bilancio 2020, a definire il trattamento fiscale dei buoni pasto dal punto di vista dei dipendenti.
I collaboratori che hanno a disposizione il buono pasto elettronico sono esenti da contribuzione e tassazione fino a un massimo di 8€ al giorno (importo inteso come valore facciale del buono). Nel caso del buono pasto cartaceo, il limite massimo scende a 4€ al giorno (sempre da intendersi come valore facciale del buono).
Deducibilità, buoni pasto e liberi professionisti: come funziona?
E per quanto riguarda i buoni pasto per Partite IVA, lavoratori autonomi e liberi professionisti?
È ancora la Circolare n. 6/E/2009 dell’Agenzia delle Entrate a regolare la tassazione, sottolineando che, purché la spesa relativa all’acquisto dei buoni pasto per liberi professionisti sia regolamentata, è necessario dimostrarne l’inerenza con l’esercizio dell’attività aziendale. In questo caso l’IVA è fissata al 10% ed è detraibile totalmente nella misura in cui i servizi risultino relativi a operazioni che consentano l’esercizio del diritto alla detrazione.
I titolari di partita IVA senza dipendenti che acquistano buoni pasto, inoltre, possono dedurre fino al 75% dei costi per l’acquisto dei buoni stessi secondo l’art. 54 comma 5 del TUIR anche se tale deducibilità, per i titolati di reddito di lavoro autonomo, sia limitata a un importo non superiore al 2% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta.
Buoni pasto e smart working: come sono regolati?
È bene specificare che l’azienda non è obbligatoriamente tenuta a riconoscere ai lavoratori in modalità agile il buono pasto, perché questo non è parte integrante della retribuzione ma è un benefit concesso dall’azienda per godere della pausa pranzo anche quando non è presente la mensa. Tuttavia, alla luce dei numerosi benefici che la concessione dei buoni pasto in azienda comporta (come l’aumento della soddisfazione, della motivazione e l’aumento delle performance da parte dei dipendenti – oltre ai vantaggi fiscali che abbiamo elencato), quella dei buoni pasto risulta una soluzione estremamente conveniente per l’impresa che decide di erogarli.
È ancora ANSEB a specificare, nel suo Approfondimento 1/2020 relativo al riconoscimento dei buoni pasto ai dipendenti in modalità smart working che: “Laddove non vi siano accordi integrativi aziendali che escludano esplicitamente i lavoratori agili dal godimento del buono pasto, questo non può non essere riconosciuto a chi sta svolgendo la propria prestazione lavorativa, seppure a distanza.”
Inoltre, la Legge 81/2017 regola la prestazione di lavoro agile e, nel suo Articolo 20, sul trattamento economico e normativo di questa modalità, specifica come non possa essere inferiore a quello applicato complessivamente.
In queste situazioni, la massima comodità è rappresentata dal buono pasto elettronico che permette all'azienda di gestire anche le operazioni amministrative di ordine e distribuzione direttamente dal portale dedicato e gli utilizzatori vedranno gli importi spettanti caricati direttamente sulla card, comoda da usare dove preferiscono, scegliendo i loro prodotti alimentari pronti al consumo presso uno degli esercenti convenzionati che, nel caso dei Buoni Pasto Pluxee, sono più di 100.000! Con l’applicazione scoprire gli affiliati del network Pluxee è semplicissimo e a portata di smartphone e i dipendenti possono scegliere in totale autonomia dove trascorrere la pausa pranzo o dove spendere i buoni per l’acquisto di beni alimentari.
Nell’articolo di oggi, abbiamo approfondito il tema della deducibilità e delle detrazioni dei buoni pasto. Oltre alla differenza tra i due concetti, abbiamo approfondito le condizioni che regolano la tassazione dei buoni pasto, che sono differenti per buoni pasto elettronici e cartacei, analizzando anche quali sono le condizioni che regolano la deducibilità e la detraibilità dei buoni pasto per i liberi professionisti. In più, abbiamo visto come anche in smart working, erogare i voucher ai propri dipendenti risulti una scelta conveniente e funzionale, visti i numerosi vantaggi dal punto di vista della motivazione e dal punto di vista fiscale.
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