Come capire "cosa fare da grande"? 3 esercizi
22/03/2017
Una risposta all’odierna crisi risiede nella valorizzazione della creatività personale e dei propri interessi. Però è difficile trovare la propria “vocazione” se questi ultimi sono sepolti nell’indifferenza o dimenticati. Come riappropriarsene? 3 esercizi per indagare se stessi.
“Ai ragazzi di oggi dico: lo so che trovare lavoro è diventato difficile, ma non vi accontentate di un impiego e nemmeno di una carriera. Cercate una vocazione. (…)
Non mi preoccupo se uno studente a vent’anni non sa ancora cosa vuol fare della sua vita: il suo primo lavoro non sarà l’ultimo della sua carriera, è solo l’inizio di una ricerca. Ma devi cercare, esplorare il mondo e te stesso, indirizzare la tua passione: a trent’anni la tua strada deve essere segnata.”
Queste parole sono di Phil Knight, Co-fondatore di Nike. Possono essere più o meno condivisibili, ma è indubbio che offrano molti spunti di riflessione.
La difficile situazione presente del mondo del lavoro richiede un’assunzione di responsabilità: sia a chi ha una propria idea da sviluppare, per creare occupazione, sia a quanti, invece, sono già in possesso di un incarico, affinché migliorino sempre di più e portino un plusvalore personale alla propria azienda.
Certamente nessuna delle due cose è semplice, anche perché può accadere che chi lavora da dipendente abbia accettato l’occupazione per emergenza economica, ma poi si trovi a non sentirsi realizzato; l’essere umano, infatti, vuole che la sua fatica abbia un senso, uno scopo; per sé e per il mondo.
È davvero impossibile lavorare seguendo la propria passione? Che cosa intende, Phil Knight, quando dice che a trent’anni la strada deve essere segnata? E se una persona non sa cosa vuole?
Nel nostro post sulla motivazione si è parlato di come ritrovare gli stimoli perduti sul lavoro. Qui puoi trovare qualche consiglio se pensi che la tua “vocazione” sia da tutt’altra parte rispetto al posto dove ti trovi, o anche se non sai qual è: chi ben comincia è a metà dell’opera, dice l’adagio, dunque le risposte possono non arrivare subito ma già aprire la domanda è un passo avanti.
Non è detto che tu debba stravolgere la tua vita di punto in bianco per seguire quella che pensi essere la tua passione fondamentale: forse è semplicemente un comparto della tua giornata che ha bisogno di più attenzione… per riservarti qualche sorpresa!
I tre esercizi per trovare o ri-trovare la tua “vocazione nascosta”:
- La mappa mentale: Bill Burnett e Dave Evans sono i due professori di Stanford che tengono il corso “Designing your life”. Dall’esperienza delle lezioni è nato anche un libro. I due hanno elaborato un metodo per disegnare una mappa mentale efficace e interpretarla in modo adeguato, seguendo due principi del pensiero progettuale: “Non scegliere mai la prima soluzione che viene in mente” e “Si sceglie meglio quando si ha diverse buone idee tra cui optare”. Gli step sono tre e molto semplici: dopo aver preso un foglio di carta, scrivi al centro qualcosa che ami fare o una responsabilità lavorativa che ti gratifica. Intorno alla parola, crea un cerchio di quattro-cinque cose ad essa relative. Ripeti lo stesso procedimento per ognuno di questi ultimi concetti, fino ad arrivare al terzo cerchio. A questo punto, evidenzia le parole del cerchio più esterno che pensi siano le più significative. Alla fine, sta a te creare idee e suggerimenti creando connessioni tra i concetti evidenziati.
Come tutti i responsi, anche questo è sibillino; ma può essere un aiuto per ritrovare aspetti di te stesso che non ricordavi più di avere o pensavi di avere smarrito per trarne fuori spunti di rinnovamento della tua vita. Ad esempio, se le parole che hai evidenziato sono “Scuola media”, “lezioni di italiano”, “Teatro”, una facile conclusione potrebbe essere che ti piacerebbe insegnare teatro italiano a ragazzi delle scuole medie… oppure che potresti iniziare a seguire tu stesso lezioni di teatro, per poi utilizzare questa passione in vari ambiti! - La linea della vita: disegna una linea orizzontale che rappresenta la tua vita. Individua a metà un punto che rappresenta il presente. Poi scrivi da una parte, in ordine cronologico, le esperienze significative del tuo passato, sia lavorative che non: questo ti aiuterà a capire ciò che ritieni importante. Devi completare poi la parte della linea rivolta al futuro, cercando di intuire degli obiettivi. La riflessione su quanto hai scritto sarà essenziale per fare un punto di ciò che stai vivendo e capire in che modo raggiungere gli obiettivi. Chi è consapevole delle proprie radici fa meno fatica a sapere dove andare!
- Le domande difficili: questo non è propriamente un esercizio quanto un modus vivendi. Le domande difficili sono proprio quelle che dovremmo porci e ci vengono in mente ogni giorno, ma facciamo fatica a rispondervi perché tirano in ballo tutta la nostra esistenza. Ad esempio: per cosa sei disposto a soffrire? Quand’è stata l’ultima volta che ti sei sentito felice? Attenzione, non soddisfatto...ma felice! Quali sono i tuoi talenti? Quale lavoro faresti anche gratis? Chi è il tuo modello?
Nessuno di questi “esercizi” è una formula magica, come non è detto che tutti funzionino al tuo scopo. Ma prendersi qualche minuto per focalizzarsi sui propri bisogni profondi senza l’influenza di social, televisione, pretese esterne, è sempre un investimento che può portare frutto.
D’altronde, “Chi cerca trova”!