Welfare aziendale e PMI: quanto è diffuso in Italia

Welfare aziendale e PMI: quanto è diffuso in Italia

29/06/2022

Conoscere la diffusione del welfare aziendale nelle PMI è fondamentale se si considera che la maggior parte delle imprese del nostro paese sono di piccole o medie dimensioni. I dati sullo sviluppo del welfare nelle PMI, pertanto, forniscono una panoramica dell’impatto sociale delle imprese italiane.
Sebbene gli ultimi due anni siano stati difficili, la tutela della salute dei lavoratori e l’impegno a garantire maggiore flessibilità sono due esigenze ritenute prioritarie dalle imprese. Una panoramica completa su questo tema è offerta dal Welfare Index PMI Report 2021: gli ultimi dati su welfare e PMI sono stati raccolti in un’infografica.

Welfare aziendale e PMI italiane: ecco a che punto siamo arrivati. 

Se fino a poco tempo fa welfare e PMI sembravano due parole lontanissime, oggi la situazione è cambiata. Complice anche la pandemia che ha posto l’attenzione sulla tutela della salute dei lavoratori, le imprese sono più propense a venire incontro alle esigenze dei lavoratori.

La reazione alla pandemia ha portato il welfare aziendale a fare un salto di qualità: sono aumentate non solo le iniziative intraprese, ma anche la platea dei beneficiari. Tutto ciò ha generato maggiore consapevolezza del ruolo sociale delle imprese che ora sono chiamate a trovare nuovi modi per conciliare vita lavorativa e sfera privata.

Una panoramica chiara e completa sul grado di sviluppo del welfare aziendale nelle PMI è fornita dal Welfare Index PMI Report 2021. I principali dati emersi dal rapporto sono sintetizzati nell'infografica di Sodexo, che pone l’attenzione sulle aree in cui l’impegno delle imprese è più significativo e sugli interventi attuati a beneficio dei lavoratori.

infografica pluxee pmi italiane

Il grado di diffusione del welfare nelle PMI: qual è la situazione attuale?

Le imprese che hanno preso parte all’indagine - oltre 6.000 - sono attive in tutti i settori produttivi e nelle diverse aree geografiche del nostro Paese. Il dato più rilevante che emerge dal rapporto è che, nonostante la crisi, quasi due imprese su tre sono intenzionate a rafforzare il loro impegno sociale verso i lavoratori, la filiera produttiva e l’intera comunità locale.

Solo il 2,3% delle imprese pensa di ridurre le iniziative di welfare, data la situazione di difficoltà socioeconomica in cui si trova, mentre il 13,2% vuole aumentarle. La maggior parte delle imprese, invece, manterrà sostanzialmente invariate le iniziative di welfare.

A ben vedere, le imprese che tendono a investire di più sul welfare sono quelle di dimensioni maggiori e il motivo sta nella quantità superiore di risorse a disposizione. Inoltre, promuovere il benessere dei dipendenti può portare tantissimi vantaggi, anche in termini di business.

In primis perché, in questo modo, aumenta la motivazione dei lavoratori e il loro grado di soddisfazione nei confronti dell’azienda. Un dipendente più motivato solitamente lavora meglio e diventa una risorsa preziosa a lungo termine. Inoltre, implementare programmi di welfare favorisce l’ingresso di nuovi talenti, portando benefici anche in termini di innovazione, e migliora l’immagine dell’impresa all’esterno. In poche parole, gli effetti positivi si riscontrano anche sulla produttività e sulla reddittività del business, apportando così un miglioramento concreto.

I principali problemi per lo sviluppo del welfare aziendale nelle PMI

La principale difficoltà delle piccole e medie imprese, nello sviluppo di piani di welfare aziendale, sta sicuramente, come già detto, nella disponibilità economica. Nel contesto socioeconomico in cui ci troviamo le finanze sono state messe a dura prova dal Covid-19. Molti settori sono stati penalizzati e costretti, durante i periodi di lockdown, a sospendere o rallentare le attività.

Nonostante ciò, un’impresa su tre dichiara di voler aumentare le iniziative di welfare, approfittando anche dei vantaggi fiscali, così da non pesare sui costi. Inoltre, ad oggi, la maggior parte delle PMI (oltre il 66%) mette in atto almeno un’iniziativa di welfare non legata ai contratti nazionali, mentre solo una minoranza (circa il 34%) attua esclusivamente iniziative in applicazione ai CCNL. Infine, le imprese che hanno già un livello di welfare alto si dimostrano maggiormente proattive rispetto alle altre.

Oggi, quindi, è sempre più diffusa la consapevolezza della centralità del welfare nella strategia di crescita di qualsiasi business. Solo sviluppando programmi all’avanguardia, in grado di rispondere ai bisogni dei lavoratori – anche nel caso in cui il loro numero sia esiguo - si possono porre le basi per la ripresa.

 

In questo articolo abbiamo visto come il welfare aziendale sia sempre più diffuso anche nelle piccole e medie imprese italiane, che fino a poco tempo fa facevano fatica a comprenderne l’importanza ai fini del raggiungimento degli obiettivi di business. Oggi i dipendenti vengono sempre più spesso messi al primo posto e le loro esigenze vengono tenute maggiormente in considerazione dalle aziende.

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