Smart working e lavoratori fragili, come sono cambiate le regole
03/05/2022
Se durante la pandemia lo smart working ha rappresentato l’unica modalità possibile per portare avanti l’attività lavorativa, con il tempo è diventato un vero e proprio benefit organizzativo in grado di aiutare i collaboratori nel raggiungimento del perfetto work-life balance oltreché una tutela necessaria per i lavoratori fragili.
Con la cessione dello stato d’emergenza, però, le regole sono cambiate e anche i lavoratori fragili dovranno tornare a lavorare in presenza. Ecco tutte le nuove regole e misure.
Smart working: un benefit sempre più apprezzato
Lo smart working, al pari di altre misure di welfare aziendale come i buoni pasto e i buoni acquisto, è in grado di migliorare la qualità della vita dei collaboratori e dei loro familiari. Per questo oggi è diventato una necessità per tantissimi lavoratori.
Gli effetti della pandemia su welfare aziendale e necessità dei lavoratori
Il rapporto Welfare Index PMI 2021 registra un salto di qualità del welfare aziendale nel periodo della pandemia. Rispetto al passato, infatti, sono cambiate le necessità dei lavoratori che oggi sono maggiormente interessati alle soluzioni di welfare e si aspettano un’estensione dei vantaggi aziendali.
La maggior parte delle imprese, nell'ultimo anno, ha acquisito una maggiore consapevolezza dell’importanza della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il welfare aziendale viene oggi, più che in passato, visto come una leva strategica in grado di favorire la realizzazione degli obiettivi aziendali.
Per approfondire l'argomento, Pluxee ha realizzato un'infografica che analizza nel dettaglio i principali dati emersi dal rapporto e fornisce un quadro completo dei benefit aziendali più desiderati dai lavoratori nel 2022.
La flessibilità lavorativa e lo smart working vengono, perciò, considerati di primaria importanza dai lavoratori, tanto più se si tratta di soggetti fragili. Con il Decreto Riaperture, però, sono state introdotte importanti novità che regolamentano le modalità di lavoro da remoto. Le aziende potranno proseguire a stipulare accordi individuali con i dipendenti riguardo la possibilità di lavorare in smart working. Ufficialmente però, con la cessione dello stato d’emergenza, anche le tutele per i lavoratori fragili – nonostante le richieste inoltrate al Governo – hanno subito modifiche.
Chi sono i lavoratori fragili?
Con l’espressione “lavoratori fragili” si indicano generalmente i soggetti con particolari problemi di salute riconosciuti da un medico competente attraverso un certificato. Durante l’emergenza sanitaria da COVID-19, questo termine ha assunto nuove sfumature, arrivando a riferirsi in modo più specifico ai lavoratori affetti da patologie preesistenti a causa delle quali potrebbero subire conseguenze particolarmente gravi in caso di contagio da coronavirus nei luoghi di lavoro.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 26, commi 2 e 2 bis del D.L. 17 marzo 2020, infatti, coloro che rientrano in questa categoria per lo smart working sono “i lavoratori dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivate da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità ai sensi dell’art.3 comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n.104”.
Lavoratori fragili e smart working: la richiesta di proroga e le ultime regole
Le nuove misure per l’uscita graduale dallo stato d’emergenza hanno decretato nuove regole relative alla possibilità, per i lavoratori considerati fragili, di continuare a lavorare in modalità agile. Le agevolazioni previste per lavoratori fragili e genitori con figli fragili a carico in essere fino al 31 marzo 2022 includevano:
- Modalità lavorativa agile;
- Svolgimento di corsi di aggiornamento da remoto;
- Periodo di assenza equiparato al ricovero ospedaliero per i dipendenti pubblici e privati con disabilità grave;
- Congedi parentali.
Dopo la comunicazione ufficiale del ritorno in ufficio a partire dal 1° aprile 2022, lo scorso 4 aprile è stata inoltrata al Governo la richiesta di proroga al 30 giugno 2022 delle modalità di lavoro smart per i lavoratori fragili, con la speranza che le agevolazioni e le tutele potessero essere mantenute.
La richiesta, però, non è stata accolta e secondo l’ultimo Decreto, dal 1° aprile 2022 i lavoratori fragili non hanno più diritto allo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile, sia nel settore pubblico sia in quello privato.
Lavorare in smart working: cosa è cambiato?
Anche se non è più in vigore la normativa speciale relativa allo smart working per i lavoratori fragili, ciò non significa che questi non possano più lavorare da casa o che siano obbligati a lavorare in ufficio nonostante le condizioni precarie di salute.
I datori di lavoro – sia pubblici sia privati – infatti, hanno l’obbligo di tutelare la salute dei lavoratori e assicurare la sorveglianza sanitaria eccezionale di coloro che sono maggiormente esposti al rischio di contagio. In questo senso, la scelta di garantire la possibilità di lavorare da remoto ai lavoratori fragili è una scelta organizzativa che risponde alle esigenze di ridurre il rischio di contagio.
Ciò che cambia, perciò, è che chi rientra nella categoria dei lavoratori fragili potrà comunque essere collocato in smart working all’interno della flessibilità già prevista senza oneri, ma non sarà più garantita come modalità di lavoro né tantomeno equiparata a ricovero ospedaliero.
In questo articolo abbiamo analizzato le ultime novità introdotte dal Decreto Riaperture per quanto riguarda la possibilità, da parte dei lavoratori appartenenti alla categoria dei “lavoratori fragili”, di continuare a lavorare in modalità agile.
Abbiamo visto, inoltre, come lo smart working sia una modalità di lavoro entrata a pieno regime nella quotidianità di lavoratori e aziende. Per garantire un miglioramento della vita lavorativa e un maggior work-life balance, sia in presenza sia da remoto, richiedi maggiori informazioni su buoni pasto e altri benefit aziendali. Con una consulenza gratuita potrai scoprire quali sono le soluzioni di welfare aziendale che meglio incontrano le necessità dei tuoi dipendenti.