Pillole di welfare: esempi di servizi e benefit aziendali
05/03/2019
Le aziende che hanno attivato o stanno per attivare iniziative di welfare in Italia sono in crescita, con l’obiettivo principale di migliorare il benessere dei collaboratori e delle loro famiglie. I benefici che ne derivano coinvolgono però anche l’ambito dei costi aziendali che possono risultare ottimizzati, grazie ai vantaggi fiscali previsti dalle normative.
In questo nuovo articolo della rubrica Pillole di Welfare, vedremo alcuni esempi di servizi e benefit aziendali.
Cosa sono i benefit aziendali?
I benefit sono servizi o beni non monetari che le aziende possono mettere a disposizione dei dipendenti, a sostegno del loro benessere.
Nel corso di questo articolo, ci concentreremo sui seguenti argomenti, con dei piccoli focus; puoi cliccare quello di tuo interesse per passare direttamente al paragrafo dedicato.
Collegamenti rapidi:
Quali sono i benefit aziendali più diffusi in Italia?
Per rispondere a questa domanda, riportiamo i dati raccolti dall'indagine IPSOS che ha analizzato le rispose di un campione di 800 collaboratori privati.Innanzitutto, un dato circa l'utilizzo dei benefit nelle aziende: il 44% dei collaboratori dichiara di averne a disposizione.
Tuttavia, facendo una sorta di "classifica" e paragonando i servizi più diffusi con quelli più desiderati, troviamo un certo disallineamento.
I benefit aziendali più diffusi tra le imprese italiane sono i buoni pasto, per il 70% degli intervistati, i dispositivi tecnologici, per il 38%, e le assicurazioni medico-sanitarie integrative, per il 36%.
La stessa indagine ha evidenziato come i benefit aziendali più desiderati vadano ulteriormente nella direzione del sostegno alla famiglia (per il 59% del campione intervistato), del benessere (per il 54%) e dei servizi legati allo shopping (per il 52%).
Passiamo ora al focus sui fringe benefit collegati alle iniziative di welfare aziendale.
Servizi legati al welfare
Il welfare aziendale è sempre più diffuso nelle imprese italiane di ogni dimensione; il motivo va ricercato nel collegamento diretto - e confermato da numerosi studi e ricerche in ambito HR - tra il benessere, la motivazione, la soddisfazione e le performance.
I vantaggi si estendono poi a un sostanziale miglioramento del clima, con conseguenze nella diminuzione dei livelli di turnover e dei tassi di assenteismo che incrementano la fidelizzazione dei clienti, grazie a un'immagine aziendale positiva che rende più efficace l'attrazione dei talenti, nel corso delle selezioni di recruiting.
Inoltre, ricordiamo che alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, nello specifico Metalmeccanici Industria e PMI, degli Orafi e Argentieri, Telecomunicazioni e Personale non medico delle Case di Cura (aggiornamento a marzo 2020), prevedono per le aziende l’obbligatorietà di mettere a disposizione dei collaboratori strumenti di welfare per un valore differente per CCNL.
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Procediamo con ordine e analizziamo meglio, nel prossimo paragrafo, i desideri degli italiani rispetto ai servizi e ai benefit aziendali attivabili, sia in modo flessibile, sia all'interno di iniziative di welfare strutturate.
Esempi di benefit aziendali
Nell'ambito del sostegno alla famiglia, indicata dal 59% del campione intervistato da IPSOS come quello maggiormente desiderato nell'ambito dei benefit aziendali, rientrano:
- le spese per l’istruzione dei figli (libri, rette scolastiche e campi estivi)
- i servizi di baby-sitting
- l’assistenza agli anziani o non autosufficienti a carico
Nel caso in cui l’azienda preveda l’introduzione di una piattaforma welfare dedicata, è possibile richiedere il rimborso in modo semplice e autonomo per questa tipologia di spese, sostenute per sé o per un altro componente del nucleo familiare.
L’aspetto del benessere comprende chiaramente la salute, ma non solo, e si può concretizzare in:
- rimborso delle spese mediche
- convenzioni con strutture per effettuare visite specialistiche
- viaggi
- attività ludiche
- abbonamenti in palestra
Nei desideri indicati dal 52% degli intervistati nella ricerca IPSOS, troviamo anche i benefit aziendali legati allo shopping, come i buoni acquisto.
Abbiamo visto, fin qui, i benefit più apprezzati e i servizi desiderati dal punto di vista dei vantaggi previsti per i collaboratori.
Spostiamoci ora alla prospettiva delle aziende che hanno diverse opportunità da cogliere nella scelta di intraprendere iniziative di welfare. Vediamo quali sono, nel prossimo paragrafo.
Vantaggi fiscali e opportunità per le aziende
L’introduzione di benefit aziendali e servizi di welfare attiva un vero e proprio circolo virtuoso, nel quale il benessere, la motivazione, la soddisfazione, le performance, la fidelizzazione dei collaboratori e la capacità di attrarre nuovi talenti si alimentano l’uno con l’altro.
E i vantaggi per le imprese non si limitano a un maggiore coinvolgimento delle persone: il numero di servizi welfare che risultano esenti a livello contributivo e fiscale è aumentato a valle dell’intervento normativo della Legge di Bilancio 2018 sull'articolo 51 del TUIR.
Dalle Leggi di Stabilità 2016 e 2017 è infatti possibile convertire i premi di produttività in servizi di welfare, accedendo a una tassazione agevolata per l’azienda e i suoi collaboratori che, nel caso scelgano questa opzione, non devono corrispondere nemmeno l’imposta agevolata pari al 10%.
Convertendo i premi aziendali in beni e servizi welfare, quindi, il cuneo fiscale si azzera completamente e il collaboratore percepisce integralmente l’importo del premio, senza distinzione fra somma lorda e netta.
Tra le soluzioni di immediata attivazione, troviamo i buoni acquisto che, come abbiamo visto in precedenza, risultano anche tra i benefit più desiderati dagli intervistati da IPSOS.
Pass Shopping fa parte dei servizi erogabili come benefit ed è escluso dalla base imponibile del reddito da lavoro dipendente nel limite del valore di € 258,23 per collaboratore (come previsto dall'Art.51 comma 3 del TUIR).
Il buono acquisto è la soluzione ideale per adempiere in modo semplice e veloce alle disposizioni dei CCNL in materia di welfare aziendale.
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In questo modo, i bisogni dei collaboratori e la volontà delle aziende di soddisfarli, incrementando allo stesso tempo motivazione, engagement e performance, incontrano la normativa fiscale e contrattuale in materia di welfare.
Ma non dimentichiamo il buono pasto! Se nella tua azienda questo benefit è già a disposizione dei collaboratori, come nel 70% dei casi degli intervistati da IPSOS, puoi valutare di passare al pratico formato elettronico. Con le nuove soglie di esenzione disposte dalla Legge di Bilancio 2020, infatti, il buono pasto elettronico è ancora più vantaggioso, perché innalza da 7€ a 8€ il tetto di deducibilità del benefit in formato digitale (portando invece da 5,29€ a 4€ quello per il buono pasto cartaceo).
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